Ha debuttato a Ferrara dal 4 al 9 settembre nell’ambito di Estate Bambini, la manifestazione di fine estate organizzata dal Comune di Ferrara presso l’ Acquedotto di Piazza XXIV Maggio, il nuovo tendone di Cà Luogo d’Arte, ultimo progetto visionario di Maurizio Bercini.
Maurizio Bercini è uno dei maestri del Teatro Ragazzi italiano. Fondatore negli anni ’70 del Teatro delle Briciole di cui è stato direttore artistico per venticinque anni, ha deciso, negli ultimi dieci anni, di percorrere una strada controcorrente. Ha lasciato l’importante stabile di innovazione che dirigeva insieme a Letizia Quintavalla e ha creato una sua compagnia, Cà Luogo d’Arte, che si è insediata in una cascina di Gattatico, nella bassa più bassa della pianura padana. Qui continua la sua ricerca sul teatro popolare inteso come teatro per tutti, affinando come scenografo uno stile arcaico che recupera oggetti e atmosfere della civiltà contadina e praticando una sua personale rilettura della figura del maestro.
La reinvenzione degli spazi e un uso non convenzionale della scena, teso a creare un rapporto di condivisione con il pubblico, sono parte del lavoro di Maurizio Bercini che negli ultimi anni, con Cà Lugo d’arte, ha cominciato a sperimentare spettacoli in piccole arene di legno all’aperto, su Apecar e su altri mezzi a motore e ora, con questo debutto, in un tendone da circo.
La decisione di comprare un tendone, per la compagnia, è nata da diverse motivazioni. Intanto avere un luogo fisico in cui ritrovarsi con il pubblico in maniera diversa, nuova o forse antica, andare nei luoghi più improbabili per vedere nuovi orizzonti, offrire ospitalità, cambiare il modo di sentirsi artisti e maestri. Ma c’è anche un aspetto di necessità: la contrazione del mercato, sempre più soffocato dagli scambi, l’ha portata alla decisione di farsi il proprio teatro e anziché chiedere a un comune della bassa l’ennesimo contenitore nato già in crisi, ha optato per l’opzione più nomade: il tendone da circo, precario ma avventuroso, perché capace di inventarsi ogni volta un teatro e un pubblico nuovo.
Maurizio Bercini
Una sfida importante. Bercini, figlio di una circense e di un maestro elementare, vuole ricostruire un modello teatrale dimenticato, basato su una comunità viaggiante che si ferma in un luogo per accogliere chiunque abbia voglia di fermarsi lì, intorno alla sua famiglia reale e allargata. Non a caso il tendone sarà presto attrezzato anche per avere un bar e una pedana per l’orchestra. L’obiettivo infatti, non è solo ospitare spettacoli per tutti, ma restituire alle piazze la vita del teatro, portare un po’ di poesia dove la poesia non c’è, conoscere i talenti che vivono lontano dai grandi centri culturali, formare nuove generazioni, mettersi in gioco ogni giorno per combattere il teatro di routine che spesso riempie le spente stagioni di teatro tout public.
Il progetto Sotto il tendone di Cà è in realtà un progetto di ricerca, di quella vera, perché si interroga sulla trasmissione di sapere e il bisogno di fare teatro un po’ ricominciando da capo, dal basso della strada, dagli artisti estranei alle famiglie teatrali, dalla festa. La riuscita non è certa, tutt’altro. Ma è un segnale importante al mondo del Teatro Ragazzi (e non solo) che fa sempre più fatica ad ascoltare un pubblico che ha bisogno di un teatro semplice ma capace di suscitare stupore.
Da queste riflessioni è nato il Ca’ccabaret da una parte Cabaret di Cà, dall’altra (soprattutto) Cacca Cabaret. Un cabaret che nasce dalla situazione di cacca in cui si trova il teatro italiano, che parla di cacca perché ai bambini piace tanto ma turba gli adulti, perché è difficile parlare di cacca dopo i cinque anni senza cadere nel ridicolo o nella volgarità, perché dai diamanti non nasce niente, dalla cacca nascono i fiori…
Il Ca’ccabaret è un format che permette alla Compagnia di ospitare artisti di diversa provenienza. Grazie alla presenza di un’orchestra dal vivo, dei due presentatori-clown, Alberto Branca e Francesca Grisenti, degli attori adolescenti Zeno, Matteo e Davide, cresciuti nei laboratori di Bercini da quando avevano otto anni e della piccola Olga, vero talento in erba già protagonista del The rerum natura di Babilonia Teatri, il lavoro mantiene sempre un ritmo vivace, sospeso a tratti da affondi poetici di grande commozione.
La selezione degli artisti ospiti è stata fatta in maniera da accogliere più persone possibili. Attori, musicisti, acrobati e danzatori, potevano presentarsi tutti, purché con un pezzo sulla cacca. Il diario di quegli incontri è raccontato nel blog http://sottoiltendone.wordpress.com/. “Racconti al limite del credibile” perché fatti con professionisti navigati dello spettacolo, tra cui Valeria Raimondi e Enrico Castellani di Babilonia Teatri che hanno scritto un testo diventato il rap degli Organi Contenti, con attori occasionali e con dilettanti allo sbaraglio.
A Ferrara queste presenze si sono alternate in modo da presentare, ogni giorno, uno spettacolo diverso. I risultati sono stati sorprendenti non solo per la tenuta del lavoro, che dopo qualche giorno è riuscito a tenere insieme tre monologhi di fila senza rallentamenti, ma soprattutto per la capacità di dimostrare che è possibile portare la poesia anche nelle situazioni più difficili e con gli argomenti più improbabili. Il Ca’ ccabaret si è rivelato infatti un momento di alta scuola per gli artisti di Cà, per gli artisti ospiti, per quelli che ci hanno provato e per il pubblico. L’inverno darà il tempo alla compagnia per immaginarsi il viaggio di questa nuova struttura, che ha radici nel coraggio dei circensi di esporsi alle intemperie dei tempi e rami nel teatro popolare per tutti, capace di rimettere al centro il Sogno e l’Utopia.