Marco Pantani scomparso il 14 febbraio del 2004 è stato un ciclista che vinse un Giro d’Italia e un Tour de France nel 1988, medaglia di bronzo ai mondiali del 1995. Soprannominato “il Pirata”, ottenne i suoi migliori risultati nelle corse a tappe: è a tutt’oggi l’ultimo italiano ad avere vinto il Tour de France. Escluso dal Giro d’Italia 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda. Tornato alle gare non dimostrò più di essere il campione che era stato. Caduto in depressione, muore per arresto cardiaco dovuto ad eccesso di sostanze stupefacenti. Nella sua carriera ha ottenuto 46 vittorie.
Il Teatro delle Albe di Ravenna ne rievoca le gesta e la sua vita sportiva e umana con una messa in scena dal titolo Pantani. La prima nazionale è il 27 novembre alle 20.30 al Teatro Rasi di Ravenna. Ideazione di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. Con Alessandro Argnani, Francesco Catacchio, Luigi Dadina, Fagio, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Francesco Mormino, Laura Redaelli. Itinerari in Romagna Luigi Dadina, fisarmonica, composizione musiche Simone Zanchini, ideazione spazio scenico Alessandro Panzavolta-Orthographe. Regia Marco Martinelli. Una coproduzioneTeatro delle Albe – Ravenna Teatro, le manège.mons – Scène Transfrontalière de création et de diffusion asbl (Belgio).
In replica fino al 2 dicembre ((lunedì e giovedì riposo), la domenica lo spettacolo inizia alle 15.30. Sabato 24 alle 17.30 la compagnia incontra il pubblico al Teatro Rasi.
14 febbraio 2004: Marco Pantani viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini. Dopo i trionfi al Giro d’Italia e al Tour de France, le accuse di doping a Madonna di Campiglio – rivelatesi poi infondate – lo hanno condotto a un lento ma inevitabile crollo psicologico fino a una morte forse tragicamente annunciata. La scrittura di Martinelli, torna a muoversi nelle viscere dei nostri giorni e della società di massa che chiede sacrifici e capri espiatori: attorno alle figure di Tonina e Paolo, i genitori di Pantani, che ancora oggi stanno chiedendo giustizia per la memoria infangata del figlio, le Albe mettono in scena una veglia funebre e onirica che come un rito antico ripercorre le imprese luminose dell’eroe.
«Non lo so quello che è successo a Madonna di Campiglio, ma scoprirò la verità. Pagherò se c’è bisogno, ma lo verrò a sapere, perché è là che gli è piombata addosso la vergogna, e di quello è morto».
Tonina Pantani
In una dimensione che intreccia teatro e romanzo, poesia corale e inchiesta giornalistica, archetipi romagnoli e deformazioni della comunicazione di massa – si guarda alla parabola del campione attraversando tutta la complessità di un’epoca sublime e crudele che si esercita senza pudore. Senza vergogna.