Racconta frammenti di vita reale, di piccole azioni per cercare una rivincita della propria esistenza, quella tipica del sud Italia dove tutto sembra segnato da un destino che non permette di evolversi e di riscattarsi. Uno spaccato di sociologia urbana, un mondo in perenne lotta per la sopravvivenza e la fame atavica di gente abituata a sbarcare il lunario con ogni artificio. Storie ordinarie di due fratelli la cui vita è legata da un filo intrecciato che porta l’uno a ridurre in povertà l’altro per questioni di debiti. Una moglie incinta costretta a rinunciare al proprio figlio per mancanza di denaro necessario a farlo crescere. Un’escalation di sfortune tali da sembrare una maledizione insegue la coppia, una volta che lei non riesce più a restare incinta, il marito spende una fortuna per una cura per la fertilità. Che fare? Bisogna trovare una soluzione per far quadrare il magro bilancio famigliare,a tutti i costi, anche con mezzi illegali.
Lo smaltimento dei rifiuti tossici occultati nei campi coltivati. Non c’è limite a nulla e la catena del malaffare si moltiplica a dismisura. Avvocati pronti a tutto, strozzini esosi, truffe su truffe. La rivincita è una spirale da cui sembra impossibile uscire. Sta nell’abilità del regista non scadere mai nella retorica; per altro assente nel testo di Michele Santeramo. Leo Muscato sa cogliere gli aspetti più ironici e sarcastici all’intera vicenda facendo ruotare gli attori a turno con veloci e repentini cambi di costume e personaggio, cogliendo così la frenesia di chi cerca a tutti i costi una soluzione per riemergere da una vita senza futuro. Ė un congegno ad orologeria dove i tempi recitativi sono fondamentali per dare sempre la giusta tensione drammaturgica. Gli attori Michele Cipriani, Vittorio Continelli, Paola Fresa, Simonetta Damato, Riccardo Lanzarone e Michele Sinisi, si prodigano nel dare senso ai difetti congeniti di una cultura priva di riferimenti etici e capace di preservare al suo interno regole di convivenza sociale rispettosa del prossimo. Il pessimismo non diventa mai però una sentenza definitiva, caso mai lascia spazio allo spettatore di farsi un’idea personale di come distinguere la ragione dal torto. La rivincita è frutto del lavoro analitico dell’autore capace di cogliere le contraddizioni profonde della sua terra, la Puglia. Un teatro pungente attento alla nostra contemporaneità e in grado di farci riflettere. Un teatro semplice dove l’essenzialità è nella sua verità capace di raccontare una realtà dove tutti siamo chiamati in causa.
Visto al Teatro Era di Pontedera il 13 aprile 2013