Le musiche di Haendel, di Rossini, di Berio e le musiche originali di Antongiulio Galeandro e Cristina Vetrone si sono intrecciate con le coreografie di Mauro Bigonzetti, Eugenio Scigliano e William Forsythe, create appositamente per i diciotto danzatori dell’Aterballetto che hanno regalato al pubblico del Piccolo Teatro di Milano un intenso programma di serate di danza andate in scena al Teatro Strehler dal 4 al 16 giugno.
Con “Rossini Cards”, Mauro Bigonzetti ha ideato sulla musica del celebre compositore, un vero e proprio “divertissement” creando una successione di quadri e intertando la musica di Rossini in modo del tutto nuovo e originale. Sia per l’ironia e il divertimento con cui ha fatto danzare i suoi ballerini, che per la straordinaria capacità del coreografo di reinventare i movimenti, partendo dalla destrutturazione dei movimenti della danza classica, spingendo i ballerini oltre i soliti cliché e portandoli all’estremità del movimento.
Ecco dunque che un brano conosciutissimo come quello della “Gazza ladra“ di Rossini viene trasformato in un gioco in cui i ballerini, rigorosamente vestiti in giacca e pantaloni neri in maniera indifferenziata sia per gli uomini che per le donne, si scambiano cappelli, corrono in diagonale, alternando movimenti goffi battendo i piedi nudi sulle tavole del palcoscenico per seguire il ritmo della musica. Come dei clown si rincorrono, scherzano uno con l’altro compiendo salti e d acrobazie di grande effetto, mentre alla fine uno dei danzatori rimane in mutande, illuminato da uno spot.
La grande creatività musicale di Rossini rivive poi negli altri brani, come quando il coreografo mette seduti intorno ad un grande tavolo rettangolare illuminato da due eleganti candelabri tutti i ballerini, come durante una cena elegante. Con la differenza che gli insoliti ospiti, invece di mangiare, compiono gesti strani, tutti in sincronia battendo le mani e i piedi, alzando i piatti verso l’alto per poi farli ricadere insieme sul tavolo. Una sorta di “cena delle beffe”, durante la quale può succedere di tutto.
Le altre “cartoline” rossiniane vedono in scena duetti di donne che indossando bustini seducenti, compiere con grande forza mascolina sollevamenti e prese di grande difficoltà, dove le linee armoniche si mescolano alle contrazioni dei corpi e la velocità si alterna ad una lentezza che implica una grande potenza muscolare. Come quando invece una coppia formata da una donna e da un uomo, danzano un singolare passo a due simulando il rapporto amoroso, quasi sempre a terra, senza staccarsi mai uno dall’altro, dando vita ad una sorta di danza acrobatica di grande poeticità.
L’Aterballetto ha anche presentato nel corso delle varie serata una spumeggiante coreografia dedicata al personaggio di “Casanova” creata da Eugenio Scigliano. Personaggio simbolo del Settecento, il Casanova di Scigliano si moltiplica in tanti “Casanova” interpretati dai vari ballerini che danzano per quasi tutto il tempo davanti ad uno specchio, ripercorrendo i momenti più significativi della sua vita. Sullo sfondo la figura femminile è incarnata e moltiplicata dalle varie danzatrici dai costumi che mescolano antico e moderno, per le quali Scigliano costruisce con grande sensibilità delicate coreografie di stile contemporaneo che si associano perfettamente alla musica settecentesca.
Allo Strehler i ballerini dell’Aterballetto hanno presentato anche una coreografia di William Forsythe, che ha rivoluzionato il linguaggio della danza a partire dagli anni Novanta, intitolata “workwithinwork” su musiche di Luciano Berio. Un gioco in cui il movimento si compone e si scompone in una ricerca gestuale che guarda alle linee geometrie del corpo nel tempo e nello spazio. Creata nel 1998 per il Frankfurt Ballet, è un brano astratto durante il quale i danzatori creano una sorta di danza perpetua che sorprende il pubblico.
Visto al Teatro Strehler il