Un palcoscenico sulla vetta di una collina e due sedie, che sembrano sospese nel vuoto, mentre nel buio della notte le luci sullo sfondo rendono impalpabile il confine tra terra e cielo. La marcia funebre a pianoforte che apre lo spettacolo, ora lenta, ora concitata, è preludio di morte, finché dal buio che suggerisce antichi richiami spettrali, compaiono due figure più terrene che sovrannaturali, due angeli (o forse due Caron dimonio, con occhi di bragia), che annusano l’aria alla ricerca dell’anima ignorante di Armando, contadino testardo che ha abitato a Carmignano ed appena passato a miglior vita.
Inizia così Fiasco!!!, lo spettacolo di Tommaso Santi per la regia di Valentina Banci e di Francesco Borchi, attori del Kulturificio n. 7 e della Compagnia stabile del Metastasio di Prato. Primo capitolo della Trilogia della fatica, opera composta da Stracci e da Quando la montagna era alta per davvero; Fiasco!!! è interamente dedicato alla vita dei campi, ricostruita grazie alle testimonianze fornite tramite contributi audio e video dal Conte Giovanni Contini Bonacossi. I due angeli, vestiti come due moderni Charlot con tanto di ali annesse, scovano l’anima di Armando per infiascarla -il fiasco diventa infatti un ottimo medium che giustifica il fine- e portarla nell’aldilà, ma sono improvvisamente aggrediti da uno sciame di anime di contadini morti, che si impossessano a turno di loro fino all’ubriacatura. In vino veritas appunto, perché con un’alternanza ritmata che quasi non dà tregua allo spettatore, i due angeli diventano Brunello, Ida, Danilo, Rolando, Gina e raccontano ciascuno la propria verità, la propria esperienza effimera sulla terra, nell’attesa -come in un beckettiano Aspettando Godot- di Armando che non arriverà mai.
“Paian novelle e invece le son cose vere”: in un intreccio senza fine di pose grottesche e caricaturali e di scene esilaranti, i personaggi ripercorrono attraverso la memoria tante storie verosimili, che potrebbero essere realmente accadute e che portano a galla un mondo passato, che non tornerà più, in cui era normale dormire all’aperto, mangiare pane e cipolla o morire di paura per la figura di una donna sotto un ombrello in una serata di pioggia. Tante storie, di paura e di superstizione, di guerra e di amore. Storie che raccontano uno spaccato di vita vissuta ed una cultura contadina, fatta di genuinità e di spontaneità, ma disciplinata anche da un codice etico di regole, in cui nascere uomo era un privilegio e nascere donna invece un dovere, che non ammetteva forme di disubbidienza -come leggere e scrivere- dalla cucina e dalla famiglia.
Qual è dunque il senso di tutto lo spettacolo? Chi nasceva contadino era marchiato a fuoco vivo per tutta la vita, nel senso che non riusciva ad allontanarsi dalla sua terra, nemmeno per prendere un treno ed andare al mare a Viareggio. Tutta la Trilogia della fatica in fondo non è che un viaggio, dalla terra alla terra, partito dalle colline carmignanesi ed approdato nei boschi di Migliana, passando attraverso le fabbriche polverose ed ora deserte di Prato. Un viaggio a ritroso e nel profondo, alla riscoperta delle radici, anche dialettali, delle tradizioni culturali e culinarie e di un passato, che rivive anche se solo nel breve ed intenso spazio di una sera per poi tornare nella morte e nel nulla.Come un sogno di una notte di mezza estate.
Visto nei giardini della Rocca di Carmignano (Prato) in data 22 luglio 2013
Fiasco!!!
drammaturgia di Tommaso Santi
regia di Valentina Banci e di Francesco Borchi
scenografie di Lorenzo Banci
In replica dal 29 luglio al 2 agosto 2013
Fattoria di San Quintino- San Miniato (Pisa)
ore 21.15
Info:
www.fattoriasanquintino.it
tel. 0571- 408005