Elisabetta Pozzi in “Elena”: memorie di una donna.
BRESCIA – Penombra, poche luci di scena dal fondale a proiettarsi flebilmente sullo spazio d’azione. Lasciate intravedere e celate da una tenda a listarelle verticali posizionata a un paio di metri dal fondo a unire le quinte. Una sorta di (altra) parete trasparente, delimitante un ulteriore rettangolo visivo: rimandare al miraggio immaginifico di tempi mitici, significare l’impercettibilità tra verità e profano. Un tempo […]
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