L’onirico “Valore d’uso” nella poetica dell’inclusione di Antonio Viganò
MILANO – C’è un teatro che urla e che provoca, un teatro che risveglia gli scheletri dai loro avelli e li getta lì, a danzare, scomposti, davanti agli occhi degli attoniti astanti. C’è un teatro che si arrocca nel più straniante dei non sense e da lì sferra i suoi affondi pungenti, contro una società o un’esistenza oramai alla deriva. […]
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